Agrigento vs Trapani | 76 – 98

6 GENNAIO ORE 18.00

MONCADA ENERGY AGRIGENTO

76
VS
98

Trapani shark

Moncada Energy Agrigento – Trapani Shark 76-98 (16-27, 17-23, 15-16, 28-32)
Moncada Energy Agrigento: Alessandro Sperduto 21 (2/2, 4/8), Dwayne Cohill 15 (7/16, 0/2), Davide Meluzzi 15 (3/6, 3/5), Lorenzo Ambrosin 9 (1/2, 2/3), Nicolas Morici 8 (1/2, 2/2), Albano Chiarastella 2 (1/2, 0/0), Jacob Polakovich 2 (1/7, 0/0), Mait Peterson 2 (1/3, 0/0), Sadio soumalia Traore 2 (1/1, 0/1), Edoardo Ronca 0 (0/0, 0/0), Emanuele Caiazza 0 (0/0, 0/0)
Tiri liberi: 7 / 13 – Rimbalzi: 28 7 + 21 (Jacob Polakovich 8) – Assist: 15 (Davide Meluzzi, Lorenzo Ambrosin, Nicolas Morici, Albano Chiarastella 3)
Trapani Shark: J.d. Notae 29 (6/8, 4/9), Pierpaolo Marini 15 (3/7, 3/4), Joseph yantchoue Mobio 14 (4/5, 2/4), Chris Horton 9 (4/6, 0/0), Fabio Mian 8 (1/1, 2/4), Rei Pullazi 6 (3/4, 0/1), Andrea Renzi 6 (0/1, 2/6), Marco Mollura 6 (0/0, 2/3), Matteo Imbro 5 (0/1, 1/4), Fabrizio Pugliatti 0 (0/0, 0/1)
Tiri liberi: 8 / 12 – Rimbalzi: 36 8 + 28 (Chris Horton 10) – Assist: 14 (Matteo Imbro 5)

Più di trecento tifosi al seguito, un vantaggio cospicuo sulle seconde, e l’opportunità concreta di acchiappare matematicamente un posto per la Final Four di Coppa Italia. Ecco il quadro della vigilia del derby di Sicilia, con le motivazioni per gli Shark che non possono né devono scarseggiare, a maggior ragione per una squadra chiamata sempre e comunque a vincere, tutte le volte che scende sul parquet. E’ una sfida ricca di insidie, per motivi che, prima della gara, Fabio Mian ha spiegato in maniera solare. “Hanno cambiato allenatore (sulla panchina agrigentina è arrivato Marco Calvani, con tutto il suo carico di conoscenze, competenze ed esperienza, ndr), in casa si sono sempre fatti rispettare – ha detto la guardia degli Shark – e sono una delle due squadre che finora ci ha battuto. Perciò, dovremo prestare massima attenzione, per raggiungere il nostro unico obiettivo: la vittoria. Abbiamo preparato al meglio la gara, con il massimo rispetto degli avversari. La nostra concentrazione sarà massima”.
E poi, il derby è sempre un derby. E, come tale, presenta sempre un coefficiente di imprevedibilità superiore a quello di qualsiasi altra partita.
Conoscendo il credo di Marco Calvani, il primo diktat imposto ai suoi uomini sarà stato quello di cercare massima intensità difensiva dalla palla a due, anche in modo da evitare immediati break a favore degli Shark, che in diverse occasioni hanno così indirizzato le sfide a loro favore nelle scorse giornate. I granata partono con il solito quintetto, formato da Imbrò, JD Notae, Mian, Mobio e Horton. E’ Mobio, prima in contropiede e poi da tre, a rompere gli indugi, creando l’inziale 0-5 a favore degli Shark: Calvani chiama subito timeout, proprio per evitare qualsiasi pericolosa emorragia. I padroni di casa reagiscono con un viaggio in lunetta di Ambrosini riuscito a metà. Da oltre l’arco, dopo una schiacciata di Horton, si sblocca anche Morici. Agrigento, comunque, ha un’ottima attitudine a non far scappare via gli Shark (8-9, 5’), prima che Mian e Notae ristabiliscano le distanze (8-14). Gli Shark sono sempre senza Rodriguez, ma il coach Daniele Parente non rinuncia a mettere in campo le sue rotazioni. Il grande inizio di partita di Mobio è sigillato da un su anticipo difensivo convertito in schiacciata. Pullazi e Marini spingono Trapani sul 12-21 (8’), ed è segnale che i granata uniscono talento e sacrificio difensivo. Le ultime battute del primo quarto confermano come proprio gli Shark siano in controllo (16-27, con sette uomini a referto).
La prevedibile reazione dei padroni di casa si traduce con cinque punti consecutivi di Sperduto. Marini e Mian rimettono subito le cose a posto (21-31, 13’). Lo stesso Mian e JD Notae (primo ad andare in doppia cifra) puniscono ancora la difesa di Agrigento. A metà del secondo periodo, gli Shark tentano ancora di allungare (26-42), nonostante Agrigento provi a buttare in ogni modo il cuore oltre l’ostacolo (31-43, 17’). La zona della Moncada rallenta un po’ i ritmi dei granata, che giocano l’ultimo minuto e mezzo dopo il timeout voluto da Daniele Parente. Si va all’intervallo più lungo con Trapani avanti di 17 (33-50) e otto giocatori già a segno.
Calvani prova a scuotere i suoi nello spogliatoio: le difficoltà di Agrigento risiedono soprattutto nel fatto che gli Shark abbiano imparato a difendere forte, anche con gli americani: caratteristica non comune per le squadre con molti punti nelle mani. La zona di Agrigento ingolosisce i tiratori da tre punti, ma è chiaro che l’attacco diventa più fluido quando gli Shark pensano anche ad attaccare il ferro. Al 34’, è 36-56 (altro timeout di Calvani). Sperduto (il migliore dei suoi) ci mette un’altra pezza, ma la sensazione è che la gara abbia già esaurito i suoi contenuti agonistici più efficaci. Lo sforzo di Agrigento la conduce sul 44-58 (26’). JD Notae è una macchina implacabile, ma il campo si apre e la Moncada trova finalmente qualche canestro semplice (48-61, 28’). Mollura e Horton (solito dominatore delle aree dei tre secondi) creano le condizioni per un finale di terzo periodo in discesa, che Trapani chiude avanti 48-66.
Marini si mette in proprio, trova la via del canestro, ma Agrigento non si arrende (61-74, 35’). Mobio è il secondo granata a gustare la doppia cifra personale; seguito da Marini, autore, peraltro, di un paio di conclusioni molto pregevoli.
Finisce 76-98, con l’onore delle armi per Agrigento e con la festa vissuta insieme dai 300 tifosi granata e dalla squadra. Dopo la vittoria della Supercoppa, è raggiunto anche il secondo obiettivo stagionale: la partecipazione alla Final Four di Coppa Italia. Il sogno continua.

Coach Daniele Parente (Trapani Shark):Avevamo grande rispetto per questa partita e l’abbiamo affrontata con la consapevolezza che nessuno ci avrebbe regalato nulla. Mi devo complimentare con questi ragazzi che continuano a fare cose straordinarie come il record di 13 vittorie consecutive e l’accesso anticipato allee Final Four. Un plauso enorme ai nostri tifosi che con il loro supporto ci fanno sentire sempre in casa”.