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I NUMERI DI AGRIGENTO

La Fortitudo è reduce da una splendida stagione targata Devis Cagnardi ma questa estate qualche pezzo da novanta è andato via, primo fra tutti Grande. In estate il nucleo storico è stato così solo in parte confermato, puntellandolo con innesti mirati, costruendo un roster “leggero”, votato alla transizione, con diversi atleti pronti a sfruttare la loro atipicità. Nascondendo qualche lacuna in fatto di centimetri e stazza, ed affidandosi ad un basket che non può che prendere linfa partendo dall’aggressività difensiva. Il coach è l’ex Eurobasket Damiano Pilot, il cui credo è l’intensità di gioco e correre il campo per creare vantaggi nei primi secondi dell’azione. Ecco i singoli. Il playmaker è Davide Meluzzi (1998), tanti anni a Chieti (ed ultima stagione a Rimini), che coniuga bene la capacità di giocare uno contro uno con quella di costruttore di gioco, risultando al contempo anche pericoloso dalla distanza, soluzione che usa tanto. Giocatore di energia. Le sue cifre: 9.8 p.ti, 2.5 falli subiti, 2.8 rimbalzi, 3.2 assist per gara. Le percentuali sono migliorabili, sia da due (39%) sia da tre (24% in stagione su quasi 6 tentativi per uscita). Risentono però delle tante responsabilità che si sta prendendo rispetto al passato (ben 12 tentativi dal campo). Non certo un timido, personalità da vendere. Gran difensore sulla palla. Sul perimetro troviamo anche Dwayne Cohill, rookie del 2000 da Youngstown State University, con stagione da senior a 18 p.ti di media. Alla sua prima esperienza fuori dagli States, un infortunio prima dello start del campionato lo ha di fatto frenato notevolmente. In SuperCoppa invece aveva dimostrato appieno le sue qualità, in particolare la velocità e l’atletismo che lo portano ad essere incisivo in uno contro uno (e a subire tanti falli). Difficile da leggere per le difese, poiché può colpire anche da fuori. Versatile, può portare anche palla. Buon difensore. Giocatore da entrambe le metà campo. Rientrato contro la Luiss, s’è fatto sentire (11 p.ti con 4/5 da due).   Lorenzo Ambrosin (1997), da anni americano aggiunto della Moncada, garantisce l’ormai solito apporto offensivo, in diverse fasi del gioco, con una decisiva mano sia a rimbalzo che in difesa. La doppia cifra di media è ormai una consuetudine, e dalla distanza (specialità di cui ogni tanto abusa) può infuocarsi. Capace di trovare il tiro anche fuori equilibrio, può oltretutto portare palla. Duttile. Va a referto con 14.8 p.ti (54% da due, 36% da tre su oltre 7 tentativi), 3.8 falli subiti, 4.2 rimbalzi e quasi 2 assist ad uscita. Capace di prestazioni da “trentello”, se in striscia (e con la Luiss ne ha messi 28). L’ala forte è l’eterno capitano di mille battaglie (solo una piccola parentesi in quel di Biella) Albano Chiarastella (1985) che riveste alla perfezione il ruolo di “quattro” atipico, prediligendo il gioco fronte a canestro. Così facendo, porta i lunghi avversari lontano dall’area colorata, in terre a loro meno congeniali. Non è certo un intimidatore d’area ma fa valere con astuzia le sue doti tecniche da esterno puro. Non più un lungo da doppia cifra di media certa ma è spesso confortato dalle percentuali al tiro che ben seleziona, mentre la presenza a rimbalzo è innata. Preziosa poi la sua abilità nel fornire assist ai compagni, che spesso lo “trasformano” nel ruolo di regista occulto della squadra. In stagione 7.3 p.ti (64% da due, 33% da tre, su quasi 4 tentativi), 7.3 rimbalzi, ben 5.3 assist di media, una sorta di record per il ruolo. Elemento di equilibrio del gioco che, quest’anno, si sta caricando di ulteriori responsabilità offensive, soprattutto al tiro da fuori che usa molto più del passato. Evergreen. Sotto canestro troviamo l’USA Jacob Polakovich (2000), anch’egli un rookie da Southern Indiana Screaming Eagles dove ha chiuso la stagione da senior in “doppia doppia” di media (12.2+12.8), specialità della casa, per via della grande attitudine a rimbalzo. Lungo di notevole stazza, con caratteristiche spalle a canestro dove può sfruttare la sua struttura per chiudere a canestro con buone percentuali (54% da due). Dominante nei rimbalzi (10.8 di media) ed una buona capacità di passatore. Non velocissimo, ma ingombra a dovere l’area colorata, subendo anche tanti falli. Non ha raggio dalla distanza ed ai liberi fatica (44%). I suoi numeri: 8.8 p.ti, 3.5 falli subiti, quasi 2 assist di media e qualche persa di troppo (2.3). In crescita, quello che è un titolare di fatto, la guardia Alessandro Sperduto (2000), vivaio EuroBasket Roma e la scorsa stagione gran protagonista a Caserta in B. Non ha di certo sofferto l’adattamento alla nuova categoria e sta facendo l’americano. In stagione 15.3 p.ti, 3.2 falli subiti, 3.2 rimbalzi, il 52% da due ed il 34% da tre, arma che usa in prevalenza (quasi 7 volte a match). Quasi 12 conclusioni di media dal campo, responsabilità da go to guy!  Esploso. Poi il lungo, scuola Virtus Bologna, Mait Peterson (2002) che dà minuti (oltre 11’ di utilizzo medio) di sostanza nel pitturato, allungando le rotazioni. “4/5” di grande stazza (anche se non sempre “cattivo” nel traffico sotto canestro) ma, al contempo, di pregevoli doti tecniche che gli permettono di giocare da “4” (soprattutto in ottica futura) sfruttando anche un discreto tiro dalla media. Le sue cifre: 1.8 p.ti (33% da due) e 1.5 rimbalzi. Nel finale di stagione scorsa ha dimostrato anche di poter colpire da tre ma, finora, ha faticato a trovare il suo spazio. Ritorno di fuoco per Nicolas Morici che, dopo la parentesi Roseto, è tornato ad Agrigento con cui aveva ottenuto la promozione in A. Ala argentina del 1994 di grande energia che negli anni ha costruito un ottimo tiro da tre (41% al momento). Impatto a tutto campo per lui, con 28’ di parquet, 8.2 p.ti, 2.3 falli subiti, 3 rimbalzi, 2 assist, segno che vede bene il gioco. Di contro, non sempre pericoloso nel traffico. Leader emotivo. Chiudono il roster l’ala del 2004 Sadio Soumalia Traore, la guardia Edoardo Ronca (2003) ed il play del 2003 Emanuele Caiazza, finora ai margini delle rotazioni.

Salvatore Barraco