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I numeri di Cantù

Ambiente di grande tradizione, punto fermo del piano di sopra, forte di un roster davvero talentuoso per la categoria, che al momento non ha rotazioni profonde, ma che trae forza dai lunghi e dalla distribuzione delle responsabilità, come dimostrano i tanti uomini in doppia cifra, con Hickey come punta di diamante a superare il ventello. Basket aggressivo e veloce che è ormai un riconosciuto marchio di fabbrica dell’ottimo coach Devis Cagnardi, reduce da una strepitosa stagione ad Agrigento, che ha sostituito Meo Sacchetti durante la pre-season. L’unico obiettivo è tornare nella massima serie. Finora tre vittorie, con l’unica sconfitta casalinga contro Treviglio, ma di certo un trend in crescita. I singoli. Stella della squadra il play USA, del 1992, Anthony Hickey che ha giocato l’ultima stagione in Israele (con la maglia dell’Hapoel Haifa) con medie da urlo (14.2 p.ti + 6.9 assist), replicate in Europe Cup. Si tratta di un play dalla grande velocità che spinge la transizione ed innesca i compagni con innate capacità di assistman, anche a metà campo col penetra e scarica. Capace altresì di mettersi in proprio, sia col tiro dalla distanza che in penetrazione con cui manda in tilt le difese avversarie. “Ventello” fisso ma tanto altro, compresa una sorprendente abilità a rimbalzo. Che numeri finora: 21 p.ti (58% da due, un irreale 55% da tre su quasi 6 tentativi a match), 3.5 falli subiti, 6 rimbalzi e ben 6.8 assist di media. Come se non bastasse, anche tanta energia e pressione sulla palla, con 3 recuperi ad uscita. Top player. Le redini della squadra sono condivise con il talentuoso play/guardia del 2003, in prestito dalla Reyer Venezia, Nicola Berdini che, dopo aver fatto cose interessanti a livello giovanile (attuale Nazionale Under 20), ha già fatto proficua esperienza in A2 con Biella, Ravenna e proprio Cantù lo scorso anno. Tanto spazio a suon di prestazioni, con 15’ a match, conditi da 5.5 p.ti (31% da tre), 2 assist e 2 falli subiti per volta. Campo aperto e difesa il suo biglietto da visita, bene anche in uno contro uno, a cui abbina pericolosità dai 6.75, arma che usa con prevalenza. Completo. Poi la guardia, scuola Cantù ed ex Piacenza, Luca Cesana (1997) che dal campo conclude efficacemente dalla distanza, la specialità della casa che usa con prevalenza. Viaggia da sempre in doppia cifra e può “smazzare” qualche assist poiché “vede” anche i compagni. Mani in generale fatate. La lunetta invece la frequenta poco dato che non ama più di tanto attaccare il ferro. In questa stagione non ha ancora esordito per guai fisici ma, nel corso della carriera, ha spesso fatto l’americano con periodi di striscia prolungati. Dovrebbe essere out. Grande ritorno quello di Christian Burns (1985), lungo USA (ma di passaporto italiano) che ha anche vestito la maglia della Nazionale e viaggiato in A tante volte in doppia cifra, proprio a Cantù nel 2018 anche a rimbalzo. Fresco vincitore della Coppa Italia con Brescia. Esperienza e grande impatto fisico. In attacco ha movimenti da manuale che lo portano a tirare sempre ad alta percentuale (57% da due) ed, al contempo, può aprire il campo col suo pregevole tiro da fuori (40% da tre), specialità di cui non abusa. Per il resto 11 p.ti, 2.8 falli subiti, 4.8 rimbalzi. Roccia. Poi un atipico, l’ala serba Stefan Nikolic (1997), ex Napoli ed Udine, letteralmente esploso la passata stagione proprio con Cantù, con cifre da MVP. Nelle prime uscite non ancora a quei livelli ma la strada è quella: 11.5 p.ti (un ottimo 58% da due), 2.8 falli subiti, 4.5 rimbalzi e 2 assist (voce in netta crescita) per gara. Può far male anche da oltre l’arco dei 6.75 (insolito al momento il 22% da tre), in virtù di un ottimo tiro. Buon passatore ed, in generale, grande tecnica individuale. Predilige il gioco fronte a canestro. Ha aggiunto al bagaglio maggiore determinazione e cattiveria nel traffico, buttandosi maggiormente dentro e dando una mano a rimbalzo, anche perché le doti atletiche se le porta da casa. L’altro USA è Solomon Young (1998), prodotto della prestigiosa Iowa State University e reduce da un ottima stagione a Bamberg (9.3 p.ti + 4.8 rimbalzi), chiusa con i quarti di finale di Europe Cup. Ala forte con doppia dimensione, sia pericoloso dentro l’area (62% da due) che da fuori, specialità che usa tanto, oltre 6 volte a match (32% da tre finora). Importante apporto a rimbalzo, con 7.3 di media. Completa con 16.8 p.ti, 3 falli subiti, e qualche problema ai liberi (50% al momento). Ruolo da americano (31’ per gara) per l’ala piccola (e guardia) del 1998 Lorenzo Bucarelli che ha mani e doti balistiche di prim’ordine, e scrive a referto ben 16.5 p.ti (67% da due), 5 falli subiti, 4.3 rimbalzi e 3.5 assist a match. Letale oltretutto da tre (38%), su ben 6 tentativi a partita (arma che usa tanto), ed infallibile dalla lunetta, con l’88% stagionale, dove va spesso per via dei falli subiti, decisamente più del passato, poiché attacca il ferro con maggiore decisione. MVP finora. Profondissimo il settore lunghi, troviamo infatti anche il centro del 1991 Filippo Baldi Rossi che non ha certo bisogno di presentazioni, avendo giocato tanti anni al piano di sopra (Trento, Virtus Bologna, Reggio Emilia). Finora ha inciso a referto con 25’ di parquet, 8.8 p.ti (un buon 57% da due, in virtù di tecnica da manuale nel pitturato), 3 rimbalzi e 2.3 assist di media. Buone mani, capacità di attaccare in post basso e di “smazzare” assist sui raddoppi (o dal post alto). Preziosa la sua doppia dimensione, capace infatti di colpire fronte a canestro, in particolare col tiro da 3 che usa, di fatto, più del tiro dalla media (eccellente il 40% dai 6.75). Conclude il quadro con il 90% in lunetta, dove però non è assiduo frequentatore. Poco coinvolti nelle rotazioni invece gli esterni Filippo Clerici (2005) e Gabriele Tarallo (2004), nonché il pivot del 1997, ex Trapani, Curtis Nwohuocha.

Salvatore Barraco