L’esperto coach Luca Dalmonte, arrivato in corsa, pur disputando una buona fase ad Orologio, vede allontanarsi l’obiettivo salvezza anticipata, così l’accesso ai play-off. Verosimile pensare ad una Fase Salvezza in cui portarsi dietro i punti finora conquistati che porrebbero la squadra salentina in pole position per la permanenza nella categoria, ampiamente alla portata. Stagione travagliata da diversi guai fisici, ma un roster solido e di talento, ben bilanciato tra pericolosità dei lunghi e dal perimetro (dove gestisce tanti palloni Smith). Tanti punti nelle mani, come dimostrano i punteggi di squadra spesso e volentieri alti. Ecco i singoli. Il play/guardia è il talentuoso U.S.A. Russ Smith (1991), campione NCAA 2013 con Louisville Cardinals e qualche parentesi NBA con New Orleans e Memphis Grizzlies, seguite dalla prestigiosa esperienza turca col Galatasaray. Costruisce molto, per sé e per i compagni, dall’1c1 attaccando il ferro grazie ad indubbie doti atletiche ed un primo passo da categoria superiore. Al contempo, gestisce i ritmi di gioco ed è pericoloso anche dai 6.75. Completo. I suoi numeri nella fase ad Orologio: 17.2 p.ti, ben 5.2 falli subiti, 3 rimbalzi e 3.8 assist per gara. Dal campo tira col 41% da due ed il 24% da tre (su 8 conclusioni a match) ma son tante le responsabilità di cui si carica (17 tentativi di media dal campo). Spesso in lunetta (81%), per via dell’abilità nel subire fallo. “Ventello” assicurato. Sul perimetro c’è anche il 29enne Lorenzo Baldasso, guardia ex Trieste, Latina ed EBK Roma. 5.8 p.ti di media grazie alla specialità della casa, il tiro dalla distanza (eccellente il 40% da tre su oltre 4 conclusioni dal campo), che usa con netta prevalenza. Di contro è poco incline a buttarsi dentro. Così la casella dei falli subiti e viaggi in lunetta è spesso vuota. Perimetrale. Sotto canestro c’è il lungo Antonio Iannuzzi (1991) che ha fatto tanto piano di sopra (Torino, Brindisi e Varese) e, tre stagioni fa, ottenuto la promozione in A con Napoli. Centro con punti nelle mani che fa sentire la sua notevole tecnica individuale nel pitturato, avendo doppia dimensione, sia dal post basso che dalla media fronte a canestro. Può viaggiare in “doppia doppia”, facendosi sentire su entrambi i lati del campo. Subisce tanti falli, ed è un insospettabile assist-man, soprattutto dal post alto. Fatica dalla lunetta e tende a qualche persa. Tante responsabilità per lui in attacco. Va a referto con 11.8 p.ti (51% da due), 5.2 falli subiti, 9.8 rimbalzi, 1.5 assist per partita. Di contro, 2 perse a match ed il 61% ai liberi. Non ha raggio dai 6.75. Big man! Wayne Stewart Jr. è il 4 titolare, USA del 1996 che garantisce doppia dimensione ed atletismo. Pericoloso sia attaccando l’area che aprendosi per il tiro da fuori. Le sue medie nella fase ad Orologio: 10.7 p.ti (36% da due), 2.7 falli subiti, 5.7 rimbalzi ed, in generali, buona tecnica e mani educate. Non a caso, sta viaggiando con il 36% da tre (su quasi 4 tentativi a match) e l’87% dalla linea della carità. Energia e qualità. Poi il playmaker del 1998, ex Mantova e Treviglio, Lorenzo Maspero che non ha fisico da iron man ma fosforo in quantità industriale. Sa mettersi in proprio ed, al contempo, giocare per i compagni (3 assist di media), e finora è stato alterno dalla distanza, soluzione che usa in prevalenza (31% da tre, su più di 4 tentativi a match). La casella dei punti recita 8 di media (con il 59% da due) ma il suo apporto non sempre si traduce nelle statistiche. Qualche problema dalla lunetta. Moto perpetuo. Tra gli esterni anche Lazar Nikolic (1999), serbo con tanti anni alle spalle alla Stella Azzurra Roma. Leadership e conoscenza del gioco. Grande senso tattico e mano da fuori sempre carica (29% dai 6.75, su quasi 3 tentativi per volta). Per il resto, 5 p.ti (50% da due) e 5.3 rimbalzi di media (grazie a centimetri ed atletismo notevoli per il ruolo). Non ama più di tanto buttarsi nel traffico. Usa in prevalenza il tiro dalla distanza. Buon passatore. L’ex Mantova e Stella Azzurra Roma Matteo Ferrara (1997) è l’atletica ala piccola capace di gran “voli” sopra il canestro, grazie a gambe a dir poco esplosive. Rimbalzi e stoppate se li porta da casa, migliorabile invece il suo senso tattico ed il tiro (dalla distanza ci prova col contagocce). Giocatore solido, che tira da due con il 78%, segno di buona selezione, pur prendendosi poche conclusioni. Atleta. Prezioso tatticamente, poiché può giocare da “quattro” atipico che apre il campo. I suoi numeri: 12’ di parquet, 3 p.ti, 3 rimbalzi e quasi 1 stoppata a match. Troviamo poi l’ala Andrea La Torre (1997), ex Treviso. “Quattro” dalle mani educate che può colpire con la sua tecnica individuale, in particolare fronte a canestro, e col tiro dalla distanza (soluzione che usa maggiormente). Contro avversari più piccoli, li può portare spalle a canestro anche se non ama più di tanto il traffico in area. Stagione sotto media per lui, nell’Orologio viaggia con 2.8 p.ti (67% da due ed un insolito 20% da tre) e 3.2 rimbalzi di media. 20’ per il play-guardia Matteo Parravicini, ex Bergamo. Ha una certa confidenza da oltre l’arco dei 6.75 ed, al momento, le percentuali recitano 32% nella seconda fase. Tira tanto dalla distanza. Per lui anche 8 p.ti e quasi 2 rimbalzi di media. L’86% ai liberi (dove va però poco, per via di caratteristiche perimetrali) conferma la seta nelle sue mani. Pochi minuti al momento, invece, per il pivot del 1999, ex Orlandina, Andrea Donda che, con i suoi 210 cm, è in grado di dare sostanza nel pitturato. Solido.
Salvatore Barraco