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I NUMERI DI PIACENZA

La UCC Assigeco ha un roster profondo, giovane, con rotazioni a 10 e talento offensivo diffuso. Centrato l’obiettivo play-off, nonostante un Orologio affrontato, di fatto, senza un americano (Miller). L’ottimo coach Stefano Salieri, da anni a Piacenza, ha centrato la post season col suo credo, fatto di punteggi alti, cambi difensivi e massiccio uso del tiro dai 6.75. Una delle poche squadre (in sede di costruzione) ad essersi affidata a due lunghi USA, con dividendi in termini di fisicità e controllo dei rimbalzi, linfa per giocare in transizione. Con lo stop di Miller, ne è venuto fuori un basket ancora più atipico, di maggior corsa, con tante responsabilità nelle mani dei giovani, che imprimono energia e faccia tosta sul parquet. Ecco i singoli. Il go to guy è l’ala del 1998, ex Mantova, Giovanni Veronesi che ha struttura fisica per il ruolo e, soprattutto, un gran tiro dai 6.75, il suo biglietto da visita che usa in prevalenza. Orologio coi fiocchi, con 16.3 p.ti, 3 falli subiti, 2.1 rimbalzi ed il 36% da tre su ben 8 tentativi di media. Non un timido, con oltre 13 conclusioni dal campo, capace di trovare il canestro anche fuori equilibrio ed a giochi rotti. Nelle serate si, può timbrare il trentello. Di striscia! Si è fatto male proprio al PalaShark la talentuosa ala Malcolm Miller (1993), campione NBA con Toronto nel 2019 e tanta esperienza in massima serie in Europa (Berlino, Cremona, Limoges), anche nelle Coppe. Atletico e con doppia dimensione, manca la sua capacità di colpire sia dal medio raggio che dalla distanza, grazie a mani educate (52% da due, 38% da tre su quasi 5 tentativi di media). Per il resto, in stagione regolare 13.4 p.ti, 3.1 falli subiti, 4.9 rimbalzi, 1 stoppata di media, grazie alle sue doti di salto. Da “tre” può portare sotto gli esterni, al contrario da “quattro” può aprirsi sfruttando la sua dinamicità. Dovrebbe essere fuori per il resto della stagione. Poi il centro U.S.A. Brady Skeens, 28enne confermato, con buone esperienze in Canada, Israele e in A2 Turca. Lungo atletico e verticale, che “rolla” con efficacia e velocità sul pick and roll. Buon difensore, e su tutto devastante rimbalzista (quasi “doppia doppia” di media alla fine dell’Orologio): 9.6 p.ti (69% da due), 4.8 falli subiti, 11.7 rimbalzi. Buon passatore, poiché capisce e vede bene il gioco (2.9 assist di media). Non ha raggio da tre ma attacca il ferro con energia (selezionando bene i tiri) e le percentuali dal campo gli sorridono. Ottimo intimidatore d’area. Il playmaker del 1994 Gherardo Sabatini ha un peso specifico notevole (24’ per partita), ed è un esterno che vede alla grande i compagni (ben 5.2 assist a match) ma, al contempo, sa mettersi in proprio, più attaccando il ferro con la sua forza fisica (3.5 falli subiti), un po’ meno affidandosi al tiro, che non sempre è efficace (49% da due, 26% da tre, su 3 tentativi ad uscita). Il suo tabellino è pieno di tante cose: 10.2 p.ti, 3.7 rimbalzi, 1.7 recuperi, ed anche 2 perse di media. Giocatore di grande energia e che non si tira indietro dinanzi alle responsabilità, anche nei momenti caldi. Poi il play-guardia Federico Bonacini (1999), prodotto del vivaio della Pall. Reggiana ed ex Trapani un po’ di anni fa. Struttura fisica ed atletismo non gli mancano per attaccare il ferro e, nel corso degli anni, ha anche migliorato il tiro da fuori. Per lui 18’ di campo, con 8.9 p.ti, 3.2 falli subiti, 2.8 rimbalzi, 2.3 assist ma percentuali sotto media (34% da due, 26% da tre). Oltre 17’ di parquet per la guardia Lorenzo Querci (2001), prodotto del settore giovanile di Pistoia. Talento al tiro e atletismo di primo livello: 3.7 p.ti ed il 29% da tre, la soluzione che preferisce con 3 bombe tentate di media. Di contro, non ama il traffico e la casella dei falli subiti (e liberi) è spesso vuota. Perimetrale. Ha saltato le ultime gare per guai fisici. L’ala Michele Serpilli (1999), ex San Severo, si è sempre più ritagliato spazio (23’ di campo) con le sue doti balistiche. Orologio in doppia cifra: 11.4 p.ti (54% da due) ed un eccellente 39% da tre (su oltre 5 tentativi a match), soluzione che usa maggiormente e con la quale apre il campo, punendo con la sua atipicità lunghi più statici. Tra il 3 ed il 4, ha mani educate ma non è particolarmente incline a giocare nel traffico. Specialista. Aggiunge 4.9 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Esploso con l’infortunio di Miller. Troviamo altresì, con 25’ a match, l’ala del 2001 Niccolò Filoni, ex Rieti. Buon apporto, con 9.8 p.ti (55% da due), 2.6 falli subiti e 2.4 rimbalzi ad uscita. Poco uso dei 6.75, di cui non abusa (nell’Orologio scrive il 50% da 3). Qualche problema ai liberi, con il 62%. Ottimo difensore ed Arsenio Lupin di palloni. Energia e pressione sulla palla. Oltre 11’ per l’ala del 2001 Ursulo D’Almeida, ex Treviglio e Rimini, che si porta da casa tutto il suo disarmante atletismo (ed i voli) in campo aperto. Di contro senso tattico da migliorare, così come la “gestione” della gara. Ha tanto margine davanti. Rimbalzi e transizione garantiti, gli si chiede di più nel gioco a metà campo. Non usa il tiro da tre. Per il resto, 4.8 p.ti (59% da due) e 3 rimbalzi a match. Difficile accoppiarsi con lui quando gioca da lungo atipico, per via della sua grande rapidità. In difesa, può cambiare su tutti. Sotto il 50% dalla lunetta. Spazio (20’) anche per il play-guardia del 2004 Filippo Gallo che ha fisicità per il ruolo e buona visione di gioco. Ritmo garantito ed è migliorato tanto dalla distanza (36% da tre). A referto con 6.6 p.ti, 2.1 rimbalzi e 3.1 assist per gara. Ancora non pienamente conscio dei suoi mezzi nel traffico.