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I NUMERI DI RIETI

La Real Sebastiani Rieti di coach Alessandro Rossi punta su grande applicazione difensiva e gioco in transizione. Mentre a metà campo, i due U.S.A. garantiscono affidabilità (tante responsabilità per loro), corredati da un gruppo di italiani esperto e di qualità diffusa. Il roster è poi profondo, presupposto per rotazioni allargate che garantiscono intensità di gioco per tutti i 40’. Rieti non può che puntare ai play-off da posizione privilegiata. I singoli. Nel perimetro il giocatore più pericoloso è il play/guardia americano Jazz Johnson (1996), prodotto di Nevada. Esterno con non tanti centimetri ma di grande struttura fisica, che imprime tanta energia sul parquet, capace di creare gioco ma anche di mettersi in proprio, soprattutto col suo micidiale tiro dalla distanza (che usa in prevalenza). Che numeri finora: 20.3 p.ti, 5.8 falli subiti, 3.8 rimbalzi e 3.2 assist a match. Discontinuo dalla media (48% da due), mentre brillano le percentuali da fuori (eccellente il 44% da tre, su 7 tentativi di media). Assiduo frequentatore della lunetta (85%), per via della capacità di subire fallo. Di contro, tante perse (2.4 a match) ma si carica di diverse responsabilità (13 conclusioni dal campo di media). Top scorer del girone. Un 2000 da quintetto è la guardia Alvise Sarto che, dopo le stagioni di Treviso da specialista di lusso, è ormai da anni, sia atleticamente che tecnicamente, una sorta di americano aggiunto. Tanta energia sul parquet ed un affidabile tiro da fuori (irreale il 67% da tre finora, su quasi 4 tentativi di media), arma che usa in prevalenza. Migliorabile nell’uno contro uno, dove è un po’ timido, e da lì i pochi viaggi in lunetta. Per lui, 11 p.ti (72% da due) e 2.1 rimbalzi di media. Mani (e percentuali) da favola! Altra certezza, il 4/5 del 1992 Dustin Hogue che ha ben giocato tre anni di fila al piano di sopra con Trento (11.1 p.ti nella stagione 2017/2018). Esperienza (anche di Coppe Europee) e fisicità in area colorata. Lungo che sa prendersi tiri ad alta percentuale ma sa anche giocare per la squadra. Abituato alla “doppia doppia”. Non ha raggio da tre e fatica dalla lunetta. Bravo a prendersi fallo. I suoi numeri: 12.4 p.ti (ottimo il 60% da due), ben 6 falli subiti, 8.9 rimbalzi e 2.8 assist di media, segno che vede bene il gioco. Di contro, 53% ai liberi e ben 2.8 perse a match. Qualche problema nella gestione dei falli. Solido. Poi c’è il fosforo del play-guardia Marco Spanghero (1991) che di ottime stagioni in giro per l’Italia ne ha collezionate parecchie (Trento, Verona, Brindisi, Tortona). Il talento non è mai stato in discussione, ed è un esterno dal tiro efficace, e nelle giornate di grazia può far davvero male da fuori (usa i 6.75 tantissimo). Assicura intensità difensiva e grande energia sul parquet. I suoi numeri: 10.9 p.ti, 2.2 falli subiti, 2.3 rimbalzi e 2.4 assist di media. Benissimo finora dalla distanza, con il 48% da tre su oltre 4 tentativi a match. Buon contributo anche da parte dell’ex Fortitudo Bologna, Scafati e Udine Nazzareno Italiano (1991) che, nelle gare disputate fin qui, ha tirato davvero bene dai 6.75 (36% da tre su più di 4 conclusioni a match), soluzione che usa maggiormente. Per il resto, 7.3 p.ti, 2.2 falli subiti, 3.1 rimbalzi. Negli anni ha costruito un fisico più asciutto (da esterno puro) anche se non ama più di tanto il traffico, risultando un giocatore perimetrale. Un prezioso apporto sul perimetro lo assicura altresì la guardia-ala del 1990, ex Fortitudo Bologna, Cassino, Latina e Chiusi, Davide Raucci che, nei 19’ di permanenza sul parquet, fa valere le sue indubbie doti fisiche. Mette a referto 4.7 p.ti (33% da due, un eccellente 41% da tre, specialità di cui comunque non abusa) e 2.7 rimbalzi per partita. Impatto fisico sul match assicurato ma anche tanto altro per la causa. Duttile, può ricoprire diversi ruoli, dal 2 al 4, in quintetti piccoli. Mani celestiali per il “quattro” serbo, di formazione cestistica italiana, Danilo Petrovic (1999), ex Montegranaro, Forlì e Cento. Una garanzia a questi livelli (7.9 p.ti e 3 rimbalzi di media). Prezioso tatticamente, poiché da atipico apre il campo facendo male dalla distanza, in virtù di mani educate dai 6.75 (e non solo). Percentuali dal campo sublimi, con il 65% da due ed il 40% da tre. Di contro, poco incline a buttarsi dentro. Tiratore. 17’ poi per il centro di 212cm (ex Pesaro e Latina) Andrea Ancellotti (1988), che presidia con autorità il pitturato, costringendo gli avversari ad alzare le parabole di tiro (quasi 1 stoppata di media). Agilità non tantissima ma tecnica sicuramente di pregio. Buona stagione finora per lui, con 6.3 p.ti, 1.8 falli subiti, 5 rimbalzi. Da sotto si esalta, con il 56% da 2 mentre da tre non sta tirando. Può smazzare qualche assist dal post. Presenza in area mentre può faticare in difesa sul pick and roll e sui cambi. Male ai liberi, con appena il 56%. 21’ poi per la guardia del 1995 Vittorio Nobile, ex Udine per tante stagioni. Usa con efficacia il tiro dai 6.75 (37% da tre). Aggiunge 5.3 p.ti e 2.3 rimbalzi di media. Timido in uno contro uno. Sfortunato, un infortunio ai legamenti lo tiene fuori da tempo. La guardia del 2002 Lorenzo Piccin ha un buon minutaggio (quasi 19’ di impiego medio) anche se numeri non certo roboanti (4.1 p.ti con il 30% da tre, soluzione che è la specialità della casa ed usa in prevalenza). Perimetrale. Il playmaker, ex Piacenza e Siena, Giacomo Sanguinetti (1990) è arrivato in corsa ed assicura pressione sulla palla, gestione del gioco ed un buon tiro da tre. Bene, con 5.3 punti, il 36% dai 6.75 (su quasi 4 tentativi) e 2.8 assist di media in oltre 20’ di campo. Prezioso. Poco spazio (5’ a match) invece nelle rotazioni per Gianluca Frattoni, play del 2004 con un buon tiro dalla distanza. Anche l’ala/pivot estone del 2004 Karl Markus Poom è arrivato in corsa, un buon prospetto da Casale Monferrato. Ottima capacità di aprirsi fronte a canestro (buona mano in generale per lui), punendo avversari più statici e liberando l’area per l’uno contro uno degli esterni. Futuribile. Non sempre “cattivo” nel pitturato. A referto con 3.7 p.ti (92% da due) e 2.3 rimbalzi a match. Meno abile a subire contatto e così pochi i falli subiti.

Salvatore Barraco