La Pall. Trieste in estate ha puntato su coach Jamion Christian, emergente del basket universitario a stelle e strisce. Punteggi e ritmo alti, soluzioni nei primi secondi dell’azione, transizione. In una parola, run and gun. I due U.S.A. garantiscono affidabilità e rendimento costante, corredati da un gruppo di italiani di qualità che risulta un mix perfetto di esperienza e freschezza. Il roster è poi profondo, presupposto per rotazioni allargate che garantiscono intensità di gioco per tutti i 40’. Trieste non può che puntare ai play-off da posizione privilegiata per poi giocarsi il piano di sopra, obiettivo per cui ha certamente le carte in regola. I singoli. Nel perimetro il giocatore più pericoloso è lo statunitense Eli Jameson Brooks (1998), prodotto dei Wolverines di Michigan. È una combo guard atletica, fisica e con gran uso del tiro dalla distanza. Innata leadership e doti realizzative importanti, pur al contempo “vedendo” bene i compagni. Aggiunge capacità di subire falli e buona mano a rimbalzo. I suoi numeri nella seconda fase: 17.1 p.ti (57% da due, 31% da tre su quasi 7 tentativi di media), 3.9 falli subiti, 5.9 rimbalzi e 3.4 assist a match. Letale in transizione e buona capacità di attaccare il ferro. Poi la guardia italo argentina Ariel Filloy (1987) che ha sempre inciso al piano di sopra, con l’apice nella stagione 2016/2017 quando vinse lo scudetto con la Reyer Venezia. Doti da attaccante puro ed uso prevalente del tiro dai 6.75, mentre attacca sempre meno il ferro. Le sue cifre nell’Orologio: 12.3 p.ti, 33% dalla distanza (su ben 8 tentativi di media), 3.3 rimbalzi e 3.7 assist a match, altra sua grande abilità. Può colpire anche in arresto e tiro dalla media. Altra certezza, il 4, nazionale portoricano, del 1995 Justin Reyes che ha chiuso quasi in doppia cifra a Varese in A la scorsa stagione. Fisicità ed atletismo da piano di sopra ma, al contempo, doti tecniche (e tiro) da esterno puro. Può aprirsi contro avversari più lenti e portare sotto gli esterni di turno. Doppia dimensione. I suoi numeri in RS: 18.5 p.ti (48% da due, 36% da tre su 6 tentativi di media), 4.5 falli subiti, 10.3 rimbalzi e 2 assist di media. Buon stoppatore. La “doppia doppia” di media non ha bisogno di ulteriori commenti. Numeri da MVP. Non un timido, con oltre 15 conclusioni dal campo. Ha saltato tante partire negli ultimi due mesi ma è rientrato nella recente vittoria contro Vigevano. Il pivot è l’ex Biella e Rieti, del 1995, Giovanni Vildera che è decisivo con 33’ di parquet. Pedina preziosa ed insostituibile per il proprio staff tecnico. Uomo d’area, old style, con 15 p.ti (57% da due, grazie ad una buona selezione dei tiri), 3 falli subiti e 7.3 rimbalzi ad allacciata di scarpe. Rivedibile il 59% dalla lunetta. Forse non bellissimo da “vedere” ma tremendamente solido e, rispetto al passato, più intraprendente in attacco. Ha saltato le ultime uscite. Altro pivot, il 1994 Francesco Candussi che la doppia cifra se la porta da casa, grazie a capacità offensive innate. Buone percentuali da sotto, rimbalzi e capacità di giocare anche fronte, per via di mano educate (anche dalla lunga). Tira infatti anche dai 6.75, per “aprire” il campo (al momento con il 33% su 4 tentativi per gara), ed in area colorata usa più la sua pregevole tecnica che le spallate. Viaggia nell’Orologio con 13.1 p.ti (53% da due), 3.4 falli subiti, 7.6 rimbalzi. Non certo un difensore per natura, paga qualcosa se attaccato fronte a canestro o sui cambi difensivi. Poi il playmaker Michele Ruzzier, triestino del 1993 ed ex Virtus Bologna, altro abbonato alla doppia cifra. Abile in uno contro uno (tanti falli subiti per lui) e nel trovare il compagno per un buon tiro (che assistman). Non sempre costante dalla distanza. In questa seconda fase va a referto con 10.9 p.ti (68% da due, 32% da tre), 4 falli subiti, 3.1 rimbalzi e ben 6.7 assist a match. Qualche persa, con 2.9 di media, ma si carica di tante responsabilità e, spesso, tenta il passaggio ad effetto. Talentuoso. Troviamo anche l’esperta ala, ex Trapani e tanti anni da gregario di lusso in A in quel di Varese, Giancarlo Ferrero (1988) che, dopo una stagione un po’ in ombra, ha scritto il “ventello” nell’ultima uscita contro Vigevano, affidandosi alla sua arma preferita, che usa maggiormente, il tiro dai 6.75. Assicura altresì senso tattico, rimbalzi ed una difesa aggressiva. Nell’Orologio scrive 6.9 p.ti, un eccellente 50% da tre, 2 rimbalzi di media. Di contro, attacca raramente il ferro. Tanto spazio (oltre 22’) anche per il 2000 Lodovico Deangeli, scuola Trieste ed ex Udine, che è un “Tre” fisico che sta dando buoni dividendi. Sempre prezioso, con 5.3 p.ti, 5 rimbalzi ed un buon 50% da due. Alterno da tre, con il 25%. Tira comunque poco dal campo, occupandosi di difendere sul miglior marcatore avversario. Giocatore di sistema. Atletico e rimbalzista. Poi troviamo il play-guardia del 1994, ex Trapani e Urania Milano, Stefano Bossi. Le percentuali dal campo non sempre gli sorridono (30% da due, 27% da tre), arma quest’ultima che utilizza con prevalenza, con oltre 3 conclusioni per gara. Classico esterno a tutto campo, completo, buon assistman. Per lui 4 p.ti e 1.7 assist in 12’ di campo. Quasi 13’ infine per Luca Campogrande con 5.2 p.ti, 2.4 rimbalzi ed un pregevole 44% da tre, soluzione che preferisce (oltre 3 conclusioni a match). Poco incisivo in 1c1. Perimetrale.
Salvatore Barraco