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I NUMERI DI VERONA

La Tezenis di coach Alessandro Ramagli, da tanti anni a Verona, è in grande crescita, grazie ad una grande applicazione difensiva e giochi in attacco con punti di riferimento chiari. I due U.S.A. garantiscono affidabilità e rendimento costante, corredati da un gruppo di italiani di qualità che risulta un mix perfetto di esperienza e freschezza. Il roster è poi profondo, presupposto per rotazioni allargate che garantiscono intensità di gioco per tutti i 40’, credo di coach Ramagli. Verona non può che puntare ai play-off da posizione privilegiata per poi giocarsi il piano di sopra, obiettivo per cui ha certamente le carte in regola. I singoli. Nel perimetro il giocatore più pericoloso è lo statunitense Gabe DeVoe (1995), prodotto di Clemson University (anno da senior a 14.2 p.ti ed il 40% da tre) ed ex Piacenza. È una combo guard atletica, fisica e con gran tiro dalla distanza. Innata leadership e doti realizzative importanti, pur al contempo “vedendo” bene i compagni. Aggiunge capacità di subire falli e buona mano a rimbalzo. I suoi numeri in RS: 15.7 p.ti (51% da due, 38% da tre), 4.3 falli subiti, 4.1 rimbalzi e 2.7 assist a match. Letale in transizione e buona capacità di attaccare il ferro. Poi la guardia, ex Rieti e Cantù, Francesco Stefanelli (1995) che ha doti da attaccante puro ed usa prevalentemente il tiro dai 6.75 (con ottime medie in carriera) anche se negli anni ha migliorato anche il gioco in 1c1 e, da lì, qualche fallo subito più del passato. Le sue cifre: 9.4 p.ti, 2.9 falli subiti ed un insolito (per lui) 31% dalla distanza (su 4 tentativi di media). Le mani sono educate ed il 93% dalla lunetta ne è testimonianza. Può colpire anche in arresto e tiro dalla media. Altra certezza, il 4/5 del 1993 Kamari Murphy che ha ben giocato in Polonia la scorsa stagione, con GTK Gliwice. Esperienza (anche di Coppe Europee) e fisicità in area colorata. Lungo che sa prendersi tiri ad alta percentuale ma sa anche giocare per la squadra. Ha doppia dimensione anche se da tre tira poco mentre è più efficace dal mid-range fronte a canestro. I suoi numeri: 13.2 p.ti (ottimo il 55% da due, su quasi 10 tentativi di media), 2.8 falli subiti, 7.8 rimbalzi. Buon stoppatore. Veloce rispetto ai lunghi avversari che attacca partendo in palleggio. Molto cresciuto nel corso della stagione. Ruolo importante (28’ di parquet) anche per il 1999 Ethan Esposito, da qualche anno tornato in Italia dopo essersi formato negli Stati Uniti. Ex Udine, è un “tre” fisico che garantisce atletismo ed energia, e la doppia cifra di media. Per lui 12 p.ti, 3 falli subiti, 6.8 rimbalzi (ottima attitudine per lui). Le percentuali dal campo sono cresciute negli anni (49% da due, un eccellente 43% da tre), soprattutto dalla distanza. Mani buone, anche dalla lunetta, con l’84%. Può giocare anche da 4 che apre il campo con la sua atipicità. In difesa può cambiare su tutti. Un altro atipico, l’ala del 2000 Liam Udom che può portare sotto esterni meno fisici e aprirsi sul perimetro contro lunghi meno dinamici, usando anche il tiro da 3. Finora bene, con 9 p.ti, 2.3 falli subiti, 4.2 rimbalzi. Non sempre premiato dalle percentuali, poiché ha chiuso la RS con il 46% da due ed il 24% da tre, arma che usa tanto (con 4 conclusioni a match). Atletismo ed energia assicurati. Altro titolare, il playmaker Lorenzo Penna (1998) che, nonostante l’età, di esperienza ne ha da vendere, ex di Virtus Bologna, Imola, Udine, Torino. Giocatore che predilige far giocare la squadra, da regista old style, che non disdegna il campo aperto, per via di notevole atletismo, che lo rende un super pressatore sul portatore di palla avversario. Viaggia con 26’ di parquet, 8.3 p.ti, 3.4 falli subiti, 3.6 rimbalzi e ben 4 assist a match. Sa comunque mettersi in proprio, soprattutto con un tiro da fuori in crescita (40% da tre). Bene anche ai liberi, con il 90%. Fosforo ed energia.    Troviamo poi il 4 Giulio Gazzotti (1991) che ha giocato tanti anni al piano di sopra con Pesaro e Cremona, ed ex Tortona ed Udine in A2. Finora a referto con 4.4 p.ti (un ottimo 59% da due, per via di notevole tecnica individuale) e 3.9 rimbalzi a match. Ha doppia dimensione e può colpire anche da fuori, da dove tira poco e bene (36% da tre). Lungo atipico, in grado di “aprire” il campo. Non ama invece buttarsi nel traffico, e la casella dei falli subiti e viaggi in lunetta è spesso scarna. Stagione sfortunata per l’ex Trapani, il play-guardia Federico Massone (1998) che ha saltato gran parte della stagione per infortunio. Il talento non è in discussione, è un esterno molto abile in penetrazione soprattutto dal pick and roll. Può far valere la sua stazza contro pariruolo più piccoli mentre il tiro non è mai stato la specialità della casa, soprattutto dalla distanza. I numeri (3.6. p.ti) non gli rendono giustizia. Rientrato da poco, può solo crescere di condizione. Troviamo altresì l’interessante prospetto del 2001, ex Piacenza, Nemanja Gajic, 2-3 serbo che assicura 10’ di campo, con 2 p.ti di media ed il 38% dai 6.75, il suo biglietto da visita. Perimetrale. Specialista. Spazio (11’ di parquet) anche per il play-guardia del 2000, arrivato in corsa, Saverio Bartoli che ha personalità da vendere. 1.7 p.ti ma medie dal campo rivedili, 29% da due, 18% da tre. Infine il lungo del 2002 Vittorio Bartoli, anche lui fuori tanto tempo per guai fisici (2.8 p.ti, 63% da due, 2.3 rimbalzi).

Salvatore Barraco