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Vittoria di carattere, Trapani Shark batte Tezenis Verona 89-81

La sconfitta di Cividale, giunta dopo diciassette vittorie consecutive, ha forse tolto agli Shark un impercettibile peso psicologico (chissà quanto coltivato inconsciamente), ma obbliga ad un’immediata reazione. Recuperato anche Matteo Imbrò nella parte finale della settimana, contro Verona, però, si annuncia una sfida fra le più temibili. Innanzitutto, per lo spessore dall’avversaria, ma anche per le implicazioni emotive che i quaranta minuti portano con sé. Trapani riposerà nel prossimo turno, a causa degli impegni delle nazionali (Pugliatti e Mobio i granata che partiranno per indossare, rispettivamente, con le maglie di Venezuela e Costa d’Avorio), e affrontare una pausa lunga reduci da due sconfitte di fila non sarebbe di certo l’ideale. Coach Ramagli, alla vigilia, ha speso parole di grande stima per Trapani e per l’ambiente che circonda gli Shark: società compresa. Si è percepito benissimo come non fossero frasi di circostanza, ma dettate dal cuore. Sul parquet, però, tutti conosciamo le sue capacità di far giocare alle sue squadre anche una pallacanestro tattica, che potrebbe imbrigliare la voglia di correre e spaccare subito la partita degli Shark.

Curiosità: nel 1998, Ramagli, in questo palazzetto, era assistant-coach (con capo allenatore Marco Crespi) della nazionale Under 22, agli Europei di categoria. Fra i suoi giocatori, all’epoca, c’era proprio Daniele Parente. Lo stesso Parente sceglie nel suo quintetto Rodriguez, JD Notae, Mian, Mobio e Horton. Esposito rompe il ghiaccio per i suoi e Mobio risponde in tap-in. L’ambiente è caldo (appena cinquanta biglietti in più e sarebbe stato sold out), ma Verona va avanti di quattro lunghezze (2-6, 3’). “Dobbiamo ritrovare disciplina in campo”, ha dichiarato Fabio Mian in settimana: parole che sottendono la necessità di tornare a difendere con maggior cattiveria e a collaborare in attacco con la ricerca della migliore soluzione. Nella prima metà del quarto iniziale, la Tezenis sembra avere la testa più sgombra e due liberi di Devoe la sospingono sul 4-10 (4’). Mobio e Mian sono i granata con maggior energia, che fanno subito riavvicinare gli Shark (9-10, 5’), ma Verona dà la sensazione di essere scesa in campo con la testa giusta (9-14, 6’, ancora Devoe sugli scudi). Parente inizia le sue rotazioni, ma Penna da tre e Bartoli in contropiede regalano a Verona il 9-19. E’ evidente come Trapani soffra in attacco e Verona stia costruendo il parziale a suo favore con merito, sporcando ogni uno contro uno degli Shark. Marini ci mette una pezza da oltre 6.75, e nelle infuocate arie del finale di primo parziale (c’ è anche un tecnico alla panchina granata), gli uomini di Parente trovano l’abbrivio emotivo giusto, recuperano e vanno al riposo sul “meno 2” (24-26, canestro da tre di Andrea Renzi).

Pullazi regala il primo vantaggio agli Shark, ma l’immediato 4-0 degli ospiti li riporta sul 27-30 (12’). Fra quelle viste al Pala Shark in questa stagione, è la sfida che somiglia di più a una gara di playoff. Notevole intensità, vibrazioni dagli spalti e lotta acerrima su ogni palla vagante. Stranamente assenti dal fatturato offensivo degli Shark, rientrano Horton e JD Notae. Verona si riporta avanti, per nulla intimorita dall’ambiente (29-36, 14’, splendido alley-oop di Udom) ed è l’ex Massone a dare ai veneti ancora il vantaggio in doppia cifra (29-39, 15’). Trapani ci prova con le fiammate individuali, ma la Tezenis è molto più lucida; quasi naturale che il quintetto di Ramagli comandi l’inerzia e meta a frutto la sua spigliatezza (35-48, 18’). Horton da sotto e una schiacciata di Mobio danno fiato agli Shark (39-48), ma Verona va all’intervallo più lungo con un bottino di dieci punti in più (40-50).

C’è da giocare un secondo tempo ben diverso, se Trapani vuole conseguire il primo successo della fase a orologio. Per farlo, deve migliorare in entrambe le metà campo e sottrarre sicurezze agli avversari. Il duo Horton-JD costruisce i primi tre canestri, che costringono Ramagli al timeout (46-50, 23’). Il devastante inizio di terzo periodo degli Shark li conduce, con un parziale di 15-0, sul 55-50 (bomba di Imbrò, 24’) con JD in doppia cifra personale. Il primo canestro di Verona è a metà del quarto con Devoe. Ma Trapani adesso gioca con maggior convinzione, mentre la Tezenis ha spento la luce in attacco. Rodriguez e Horton confezionano un memorabile alley-oop, e il parziale di 28-6 a favore degli Shark maturato nel terzo periodo spiega da solo come siano stati dieci minuti in cui si è visto solo granata (68-56).

Il quarto conclusivo inizia ancora con Verona confusa in attacco, Trapani in cattedra e Ramagli costretto a parlarci su (71-56. 31’). La Tezenis prova a tenersi a galla, ma la sensazione è che abbia perso l’autobus per i due punti su cui, con tanta sagacia, era salita nei primi due quarti. Gli Shark sono in confidenza e non cedono più, attingendo attingono un contributo rilevante da tutti gli effettivi (anche Horton, Marini, Pullazi e Imbrò in doppia cifra). Al 35’, è 78-64, prima che Verona accorci (78-68, 80-72, 82-76): è l’ultimo tentativo dei veneti, prima di cedere sotto i colpi di Marini e del professor Horton. Trapani prevale con pieno merito (89-81) e riprende il suo cammino vincente con una bella dose supplementare di autostima.

DICHIARAZIONI POST PARTITA

Coach Alessandro Ramagli (Tezenis Verona): “Il dispiacere per la sconfitta dovuta a quel terzo quarto dove con 9 palle perse abbiamo concesso canestri facili a Trapani che è stata brava a siglare un break che ha portato fino alla fine. Non abbiamo mai mollato, abbiamo provato a riaprirla senza mai riuscirci. Abbiamo fatto 23 assist, sintomo di una buona qualità di gioco ma contro questi avversari bastano pochi minuti di black-out per far cambiare l’inerzia del match”.

Coach Daniele Parente (Trapani Shark): “Partita dai 2 volti: approcciata soft, sia in attacco che in difesa, dove non avevamo capito quanto il livello si è alzato, e poi il terzo quarto dove abbiamo imbrigliato Verona con la difesa e dove ho visto una squadra con la voglia di vincere. La strada è lunga, dobbiamo capire che dobbiamo essere pronti a giocare sempre così e non soltanto un quarto. La partita è cambiata quando abbiamo imposto la nostra fisicità, togliendoci di dosso la pigrizia dei primi 20 minuti”.